All’origine

20110615-000247.jpg

“Euclide non ebbe sempre ragione. Presupponeva il parallelismo, nella continuità, fino alla fine delle cose; ma anche un’ipotesi non euclidea è possibile, là dove le rette convergono, molto più oltre. Un punto di fuga. L’illusione di convergenza.

E tuttavia so che è più di un’illusione. A volte un incontro è possibile, il riverberarsi di una realtà in un’altra. Una sorta di soave intreccio. Nessuna calibrata intersezione si profilava in un mondo di precisione, nessuna andata e ritorno. Solo… ebbene… il respiro. Sì, questo è il suo suono, e forse la sensazione che dà al tatto. Respiro.
E lentamente mi muovo attraverso quest’altra realtà, e accanto a essa, al di sotto e tutt’intorno, sempre con forza, sempre con potere, eppure concedendomi tutto. Ed essa, sprigionando il proprio potere, si dà a sua volta a me.
Da qualche parte, dentro il respiro, accordi musicali, e poi incomincia la bizzarra danza a spirale, con un metro di misurazione tutto suo che tempera l’uomo del ghiaccio con la lancia e i capelli arruffati. E lentamente – rotolandosi e capitombolando in un adagio, eternamente in un adagio – l’uomo del ghiaccio precipita… dalla Dimensione Z… dentro di lei.”

 

(da “I ponti di Madison County“)